CALDO, IL SOLITO TORMENTONE

La Stampa n. 25/2010

Strabiliante. Fa caldo. Da circa un anno non ne sentivo disquisire e non ne vedevo le solite rappresentazioni. Gelati che si squagliano. Fontane ripiene di piedi turistici internazionali. Cattedrali che improvvisamente accolgono atei sudati. Uomini soli, anziani e disidratati che intasano i Pronto Soccorso. Aeroporti, pensate, con gente che parte con tanto di valigia. Formidabile. E poi c’è il traffico dei weekend, con partenze intelligenti e arrivi stupidi o viceversa. Le ricche immagini delle telecamere di sorveglianza ai caselli cruciali ci mostrano, come in guerre stellari, i soliti serpentoni segmentati di abbagli. Uno spettacolo esaltante.
Un altro tragico tormentone riguarda l’economia mondiale, quella delle Nazioni, quella delle famiglie. I soldi fluttuano e per le stesse proprietà di tutti i liquidi possono salire in un recipiente intanto che un altro si svuota. Il mondo pretende che la ricchezza aumenti, aumenti per tutti, aumenti per sempre. Ci informano che può essere vero e, visto che da essa dipende la felicità generale e individuale, la politica ci strazia con ottimismi o pessimismi che, in alternanza approssimativa e casuale, appartengono a destra, sinistra, centro, estremismi e al sommerso segreto. L’uomo non può esaurire il suo valore nella manifestazione di un voto.
Da sé e dai co-categoriali dovrebbe aspettarsi di più. E non è finita. La rassegna delle clamorose attualità continua nelle previsioni fondamentali. Verso l’inverno le temperature diminuiranno, ci saranno delle nevicate, si dovranno montare le catene, i monitor della polizia trasmetteranno serpentoni con molto fumo di scappamenti, degli anziani soli intaseranno i Pronto Soccorso, negli aeroporti i viaggiatori avranno le valigie e l’economia sarà incerta, intanto che i politici continueranno a essere sicuri delle ricette e delle diagnosi.
Così si trastulla la vita dell’immobilità. Ogni giorno ci si presenta la solita avventura piatta di una storia ferma, in cui la mancanza di coraggio impedisce visioni e impegni un po’ più dignitosi. Per l’imprenditore, per il ladro, per il poeta, per l’insegnante, per il disoccupato, per il condannato, il massimo del futuro è domani mattina. Ognuno avrebbe buonissimi motivi e, perché no, il diritto di scatenare un pochino di rabbia, almeno. E invece no. Si accontenta di farsi dire che d’estate fa caldo e d’inverno molto, molto meno.

Generic filters
Exact matches only
Search in title
Search in content
Search in excerpt
Filter by Categorie
Articoli
Anni 1950
Anni 1960
Anni 1970
Anni 1980
Anni 1990
Anni 2000
Anni 2010
Anni 2020
Dicono di lei
Mina Editorialista
La Stampa
Liberal
Vanity Fair

4 Luglio 2010

LEGGI ANCHE

Vanity Fair n. 6/2015

Ci siamo detti tutto Ci siamo detti tutto. Mi avete portato parole e storie di vita, sperando che ad accoglierle ci fosse un sentimento vagamente materno. A volte lo è stato, quasi per un senso di immedesimazione. Altre volte, se è prevalso il mio carattere tranchant,...

leggi tutto

Vanity Fair n. 5/2015

C’è ancora spazio per i sogni? Cara Mina, in questo tempo di crisi nera la venticinquesima maratona televisiva di Telethon, sulle reti Rai, conclusasi il 14 dicembre 2014, ha permesso di raccogliere 31,3 milioni. Tu che idea ti sei fatta di questa cosa? Guglielmo Dico...

leggi tutto

Vanity Fair n. 4/2015

Un presidente della Repubblica speciale Cara Mina, ogni volta che sono in macchina con il mio ragazzo e mettiamo “Acqua e sale”, cominciamo a cantarla. Ma prima lui mi ricorda: “Ok, parti tu, però io faccio Mina”. Rido come una pazza e penso a che cosa penseresti se...

leggi tutto

Vanity Fair n. 3/2015

Sono l’ultima dei sognatori Cara Mina, mentre c’erano i funerali di Pino Daniele, i ladri hanno scassinato la porta della sua casa in Toscana. Gli affari non si fermano mai. Sbigottita Facciamo finta che fossero due, tre quattro, non so, estimatori del talento puro di...

leggi tutto

Vanity Fair n. 2/2015

Ma amore non vuol dire social network Cara Mina, come stai? È guarita la tua gamba, infortunata l'anno scorso? Camminando per Milano mi è venuta un'idea. A volte in città s'incontrano ragazzi che suonano per strada o in metro, e alcuni sono davvero bravi. Suonano...

leggi tutto
error: