QUI, DOVE OGNI FRANA È POSSIBILE

La Stampa n. 42/2010

Una piccola dolenza, puntuta, continua. Uno se ne potrebbe anche fregare. Cosa cambierebbe nella vita di tutti quelli che hanno avuto la ventura di nascere nel Paese più bello del mondo? Nella vita da tirare avanti tutti i giorni che Dio manda in terra? Con disagi di tutti i tipi, con incognite terrificanti, con dolori duri come il ferro, con l’incertezza per il futuro dei propri figli? Cosa vuoi che cambi in una vita se viene giù la Domus dei Gladiatori a Pompei? Niente, nella concretezza, nella obbligatoria materialità del tran tran quotidiano, proprio niente.
Ma resiste quella fitta leggera e costante che ci attraversa e si insedia nell’indispensabile bisogno di bellezza che magari uno non crede di possedere. Una malinconia che non passa. Un pezzo di bellezza in meno. È seccante dover precipitare nell’ovvio scontato. Ma la reazione a tanta criminale incuria produce sempre la stessa replica. Siamo abituati a vedere le nostre bellezze, i nostri gioielli maltrattati, offesi, dimenticati. E la storia continua, identica a se stessa.
Incompetenza, Malafede e Sfortuna sono tre sorelle gemelle che non riconosceresti mai a prima vista. La loro madre Ignoranza, connivente naturale e obbligatoria, protegge e nasconde la loro identità.
Le tre camminano insieme, prendendosi per mano, vestite di abiti uguali, con un tipo di passo e un atteggiamento raccapriccianti nella loro interscambiabilità. A volte ci si scervella. A chi attribuire la colpa dei troppi disastri che riescono a generare e calpestare? Ma non c’è niente da fare. Il loro sodalizio è troppo potente per un popolo che crede che garantismo e giustizia siano entità disgiunte e che insieme, al massimo, significhino impunità. Le gemelle imperversano su geologia, arte, orografia, archeologia, viabilità, agricoltura con una scia di menomazioni impressionanti per i pensanti e accettabili per i decerebrati. Una vita normale in termini di presa di coscienza e di speranze ci è oggi impedita. Ogni frana è possibile così come ogni incendio o veleno o scomparsa.
Due giorni prima dello sgretolamento della sovrastruttura della Domus dei Gladiatori, mio nipote Edoardo di sei anni era là a gustarsi meravigliato il fascino di un pezzo di storia e di bellezza. Non gli ho detto che ciò che gli è rimasto negli occhi è crollato. Non avrei saputo come spiegarglielo. Mi sembra di non averne colpa, ma non ne sono più sicura.

Generic filters
Exact matches only
Search in title
Search in content
Search in excerpt
Filter by Categorie
Articoli
Anni 1950
Anni 1960
Anni 1970
Anni 1980
Anni 1990
Anni 2000
Anni 2010
Anni 2020
Dicono di lei
Mina Editorialista
La Stampa
Liberal
Vanity Fair

14 Novembre 2010

LEGGI ANCHE

Vanity Fair n. 6/2015

Ci siamo detti tutto Ci siamo detti tutto. Mi avete portato parole e storie di vita, sperando che ad accoglierle ci fosse un sentimento vagamente materno. A volte lo è stato, quasi per un senso di immedesimazione. Altre volte, se è prevalso il mio carattere tranchant,...

leggi tutto

Vanity Fair n. 5/2015

C’è ancora spazio per i sogni? Cara Mina, in questo tempo di crisi nera la venticinquesima maratona televisiva di Telethon, sulle reti Rai, conclusasi il 14 dicembre 2014, ha permesso di raccogliere 31,3 milioni. Tu che idea ti sei fatta di questa cosa? Guglielmo Dico...

leggi tutto

Vanity Fair n. 4/2015

Un presidente della Repubblica speciale Cara Mina, ogni volta che sono in macchina con il mio ragazzo e mettiamo “Acqua e sale”, cominciamo a cantarla. Ma prima lui mi ricorda: “Ok, parti tu, però io faccio Mina”. Rido come una pazza e penso a che cosa penseresti se...

leggi tutto

Vanity Fair n. 3/2015

Sono l’ultima dei sognatori Cara Mina, mentre c’erano i funerali di Pino Daniele, i ladri hanno scassinato la porta della sua casa in Toscana. Gli affari non si fermano mai. Sbigottita Facciamo finta che fossero due, tre quattro, non so, estimatori del talento puro di...

leggi tutto

Vanity Fair n. 2/2015

Ma amore non vuol dire social network Cara Mina, come stai? È guarita la tua gamba, infortunata l'anno scorso? Camminando per Milano mi è venuta un'idea. A volte in città s'incontrano ragazzi che suonano per strada o in metro, e alcuni sono davvero bravi. Suonano...

leggi tutto
error: